Trattando di questioni fiscali, mi pare opportuno presentare e descrivere un nuovo strumento finanziario: i cosiddetti “PIR”, piani individuali di risparmio.
Permette di investire in strumenti finanziari emessi da società italiane e/o da aziende dell’Unione Europea che abbiano una stabile organizzazione in Italia, abbinando all’investimento un trattamento fiscale di favore sui redditi finanziari conseguenti.
In particolare, i redditi finanziari generati dall’investimento in PIR sono completamente esenti da tassazione. In poche parole non viene operata la classica ritenuta a titolo d’imposta del 26%.
Un buon risparmio. A condizione però che l’investimento venga mantenuto per almeno 5 anni.
Altri vantaggio fiscale è rappresentato dall’esenzione del PIR dall’imposta di successione a carico degli eredi. E’ bene ricordare che quest’ultimo vantaggio non è operativo per tutti, in quanto l’imposta di successione presenta già di suo alcune forme di esenzione e franchigie indipendentemente dall’investimento in PIR o meno.
L’investimento in PIR può essere effettuato solo da persone fisiche residenti in Italia. Gli importi che possono essere investiti non devono superare i 30.000 euro/anno e i 150.000 euro/intero piano.
L’importo può essere disinvestito anche prima dei cinque anni (quindi facilmente liquidabile) ma in tal caso i relativi redditi finanziari saranno soggetti all’ordinaria tassazione (26%).
E’ chiaro che chi decide di investire in questo nuovo strumento deve essere abbastanza fiducioso nel buon andamento dell’economia e delle aziende italiane. Può rappresentare sicuramente un buon investimento nell’ottica di un piano finanziario personale bilanciato e diversificato.
Le più importanti banche e società finanziarie italiane hanno già da tempo predisposto dei propri pacchetti PIR a disposizione dei propri clienti.