Mi sono imbattuto per caso in un piccolo e breve libro scritto da Isaiah Berlin, filosofo e storico delle idee.
Si legge velocemente. Ma il contenuto è pesante. Un messaggio potente, su cui tutti dovremmo meditare. Soprattutto i giovani. E, a mio avviso, provare a farlo proprio.
Parte da un’analisi di alcuni importanti eventi dell’ultimo secolo trascorso.
Così scrive: “Gli uomini si ammazzano da millenni, ma le imprese di Attila, di Gengis Khan, di Napoleone (che introdusse nella guerra gli omicidi di massa), perfino i massacri degli armeni impallidiscono di fronte alla Rivoluzione russa e ai suoi postumi: l’oppressione, le torture, gli assassini di cui si resero responsabili Lenin, Stalin, Hitler, Mao, Pol Pot e la sistematica falsificazione dell’informazione mediante la quale si occultarono per anni quegli orrori – queste cose non hanno precedenti.”
E perché tutta questa cattiveria, questi orrori? Per colpa delle “idee”, di quelle idee di perfezione che qualcuno ha pensato di potere realizzare in questo nostro mondo. Peccato, però, che questo nostro mondo abbia quale peculiarità quella di essere imperfetto e di essere abitato da creature limitate: l’essere umano. Particolare non trascurabile. Ma che alcuni influenti personaggi non hanno tenuto in debito conto nello sviluppare i propri “progetti sociali”. Molti hanno pensato che la loro “idea” di mondo fosse la soluzione finale e definitiva di ogni problema dell’umanità e che per raggiungere questo paradiso ideale ogni tipologia di azione fosse giustificata dalla nobile causa. E così, chi si opponeva al disegno doveva essere persuaso a modificare il proprio atteggiamento. In un modo o in un altro. Comunque doveva essere persuaso. Anche con la forza. E così queste idee hanno prodotto quello che hanno prodotto: non un mondo perfetto (come avrebbero dovuto, secondo i loro sostenitori) ma solo delle atrocità e della sofferenza.
Queste azioni nefaste, quindi, non si sarebbero prodotto solo per l’odio razziale, per l’invidia ed altre “simpatiche” propensioni umane, ma anche e soprattutto per la presunzione di riuscire a mettere in pratica quegli ideali tanto agognati e desiderati. Il “mondo perfetto” poteva essere finalmente realtà.
Mera illusione! Tutti i progetti sono falliti … Ma non solo non hanno prodotto gli effetti benefici sperati ma hanno anche provocato indicibili sofferenze.
E così il secolo scorso ha espresso le peggiori esperienze di cui l’essere umano può essere capace (almeno per quanto la storia ci ha sino ad ora mostrato).
Ma se è vero questo, è anche vero che da tutto ciò possiamo imparare. E anche tanto.
Berlin poi scrive:”Gli uomini hanno sempre agognato la libertà, la sicurezza , l’eguaglianza, la felicità, la giustizia, la conoscenza, e così via. Ma la libertà totale è incompatibile con la totale eguaglianza: se gli uomini fossero completamente liberi, i lupi sarebbero liberi di mangiare le pecore. L’eguaglianza perfetta significa che le libertà individuali devono essere limitate, in modo che i più abili e dotati non possano lasciare indietro coloro che inevitabilmente perderebbero la gara. La sicurezza, e anche le libertà individuali, non possono essere preservate se a qualcuno è consentito sovvertirle a proprio piacimento. E in realtà non tutti vogliono la sicurezza o la pace, altrimenti nessuno avrebbe cercato la gloria in battaglia o negli sport pericolosi. La giustizia è sempre stata un ideale umano, ma non è compatibile in toto con la misericordia. … se vogliamo che i sommi valori umani in base ai quali viviamo vengano perseguiti, allora, per evitare il peggio, dobbiamo arrivare a compromessi, accordi, baratti.”
E’ su queste ultime righe che vorrei soffermarmi e porre una evidente sottolineatura. Perché è sì bello sognare idee di perfezione ed è sì importante che i nostri giovani crescano con il desiderio di realizzare un mondo impregnato di valori importanti, ma NON A TUTTI I COSTI. E così, in questo contesto, la parola “compromesso” assume una fondamentale importanza al fine di illuminare l’azione di ognuno di noi. Nei semplici rapporti tra amici, nelle turbolente vicissitudini familiari, nella regolamentazione della società e nel governo politico degli Stati, il “compromesso” deve rappresentare l’alternativa a soluzioni finali devastanti. Per garantire così la sopravvivenza della nostra specie.
E su questo Berlin prosegue:”So bene che questa non è una bandiera sotto la quale molti giovani idealisti ed entusiasti avrebbero voglia di marciare – appare troppo scialba, troppo ragionevole, troppo borghese, non mette in gioco le emozioni generose. Ma dovete credermi, non si può avere tutto ciò che si vuole, e non solo in pratica, ma anche in teoria. Negare questo, perseguire un unico ideale onnicomprensivo perché è l’unico valore per l’umanità, invariabilmente conduce all’uso della forza. E poi alla distruzione, al sangue ...“
Ma qualche segnale positivo si intravede. Dopo le vicende rovinose del secolo scorso, ora sembrano fare breccia nel cuore degli uomini valori quali la tolleranza e la razionalità, valori che se opportunamente coltivati e sollecitati possono aprire le porte ad un mondo diverso e capace di garantire la propria sopravvivenza.
E Berlin così conclude:”Sono felice che voi … possiate vedere il Ventunesimo secolo: sono certo che potrà solo essere un tempo migliore per l’umanità di quanto sia stato il mio terribile secolo. … Con tutto il pessimismo che ho propagato, sono felice di chiudere su una nota di ottimismo. Ci sono davvero tante buone ragioni per credere che sia giustificato.”
E sono veramente d’accordo con lui. Una nota di grande ottimismo per i nostri ragazzi. Ma anche di grande responsabilità. Gli strumenti ci sono, le buone idee ci sono. Utilizzateli e perseguitele, senza mai però cadere nel tranello della presunzione dell’infallibilità.