Non intestarsi nulla per poi non rispondere mai di nulla è prassi oramai consolidata da parte di coloro che si indebitano e poi non saldano i propri debiti. E il creditore, in fase di recupero del proprio credito, ha le armi spuntate. Il debitore infatti, non possedendo alcunché (immobili, automezzi etc.), è ben tranquillo che nessuno gli possa “estorcere” il denaro legittimamente preteso, anche se aggredito da schiere di legali rampanti e sentenze a loro sfavorevoli. Il giudice ordina il pagamento delle somme, ma loro non pagano e non pagheranno mai …
E questo avviene sia nei rapporti tra imprese, professionisti, ma anche tra privati e tra aziende e Stato (vedi debiti tributari etc.).
Credo sia opportuno mettere fine a questa brutta consuetudine, utilizzando un sistema molto semplice: fare pagare il debito con ore di lavoro manuale/intellettuale, qualora il debitore non sia in grado di pagarlo in denaro.
Il sistema è molto semplice. E’ sufficiente prendere spunto dal meccanismo adottato già da anni dalle “banche del tempo”, forse poco conosciute ma estremamente efficaci.
Chi non paga il debito, converte lo stesso in ore lavoro da prestare a favore del creditore entro un certo tempo prestabilito. Per la conversione in ore lavoro è sufficiente stabilire una sorta di tariffario a seconda delle attività prestate, tariffario che poi può essere adottato in tutte le sedi (tribunali, trattative stragiudiziali etc.) per quantificare il dovuto.
Qualora il debitore non sia in grado di prestare ore lavoro utili al creditore, entrambi verranno iscritti nella “banca del tempo del recupero crediti”, rispettivamente quali debitore e creditore di ore lavoro. Con il sistema della “banca del tempo” ogni debitore potrà adempiere al proprio obbligo trovando il creditore adatto alle proprie capacità lavorative e viceversa.
Così nessuno potrà più dire: “Chissenefrega, io non pago tanto non ho nulla intestato e quindi nulla da perdere …”.
Chiaramente il sistema deve essere ben calibrato e affinato. Sicuramente vi sono delle problematiche da affrontare (i debiti delle società di capitali, i debiti di importo rilevante etc.), ma con un po’ di buon senso e determinazione sono sicuramente superabili.
Credo sia una importante questione da affrontare (anche e soprattutto in sede legislativa) per garantire l’equità sociale …
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